Universalismi socialmente condivisi o nietzscheana logica dell'ultimo uomo.

domenica 17 maggio 2009

IL KKE E LA QUESTIONE DELLE ALLEANZE.

Inserisco questa intervista, anche se datata di alcuni mesi, ad Aleka Papariga, segretaria del KKE (Partito Comunista Greco), non solo perchè ritengo sia generalmente interessante, ma anche perchè contiene alcuni riferimenti al nostro Paese e alcune analogie alla nostra situazione.
I Partiti Comunisti, in Italia, si ritrovano in questo momento a subire numerose pressioni. Da una parte, verso l'assunzione di posizioni veteroliberali (più o meno di sinistra), esse sì, posizioni vecchie. Da un'altra parte, a perseguire in maniera metafisica, indiscussa e obbligatoria, come unica opzione politica, un'alleanza con i partiti del centrosinistra.
Chi è dubbioso sull'assunzione dogmatica di queste visioni, viene tacciato di "estremismo". L'estremismo è un atteggiamento che il comunista ortodosso rifugge. Eppure, il KKE, considerato il Partito Comunista più ortodosso dell'Europa occidentale, è contrario ad alleanze con partiti che si rendano responsabili di politiche antipopolari. Riguardo al discorso sull'Unione Europea, essa deve essere giudicata in modo dialettico. Questa unione può essere l'occasione per costruire un'organizzazione democratica in grado di liberare l'Europa dal giogo dell'oppressione imperialistica statunitense; ma può anche diventare, e questa sembra essere la strada attualmente imboccata, un strumento al servizio esclusivo degli interessi dei grandi monopoli, esercitante politiche contrarie alle masse popolari, e non in grado di costituire strumento d'emancipazione per i Paesi del "vecchio continente". Altra pressione che i Partiti Comunisti, in Italia, si trovano a subire, è quella verso un cieco e generico "pragmatismo", che risulta perdente in un tempo in cui ad essere dominante è il nichilismo. Le cosiddette proposte genericamente "pratiche", sono i "rimedi" di chi è succube, volontariamente o involontariamente, dell'egemonia ideologica capitalistica, le cui "soluzioni" vengono recepite come migliori perchè "originali" e, in quanto tali, più efficaci delle imitazioni. Bisogna dunque evitare di insistere a percorrere strade destinate alla sconfitta. E' ora di ricominciare a discutere di altri modelli di società!
Tratto da:
www.resistenze.org - popoli resistenti - Grecia - 25-02-08 - n. 216
da www.solidnet.org - fonte http://inter.kke.gr

KKE – La Segretaria del PC della Grecia Aleka Papariga interviene sull'attuale crisi del sistema bipartitico in Grecia
Estratti dell'intervista pubblicata su uno dei quotidiani a maggior diffusione in Grecia, To Vima ("Tribuna"), di domenica 10 febbraio 2008

14/02/2008
Commentando il clima di esasperazione politica dell'ultimo periodo in Grecia e le proposte elaborate dal KKE per superare la crisi, così si è espressa Aleka Papariga, Segretario del Partito: "E' necessario un contrattacco delle forze popolari per respingere e rovesciare l'attuale politica che colpisce gli interessi della popolazione. Ciò significa: disubbidienza, innanzitutto nei luoghi di lavoro, poi rifiuto delle nuove disposizioni di legge che tagliano il sistema della previdenza sociale, una forte rivendicazione salariale e una decisa opposizione alle concertazioni promosse dalla maggior organizzazione sindacale, il GSEE, per pochi spiccioli. Significa lottare perché istruzione, sanità e previdenza sociale siano esclusivamente pubbliche e gratuite. Inoltre, significa dare seguito politico alle varie rivendicazioni sociali. Occorre urgentemente un mutamento dei rapporti di forza sia nei sindacati che a livello politico. Non si tratta solo di volere un nuovo governo, quanto di cercare un radicale cambio di indirizzo politico. In ultimo, abbiamo bisogno di una coalizione di forze popolari capaci di condurre la lotta e guidare il paese".
Alla questione se il KKE sia preoccupato di dover affrontare un eventuale governo di coalizione di formazioni diverse con un unico programma di minima basato su obiettivi neoliberisti e antipopolari, Aleka Papariga ha ricordato come le scelte europeiste siano incompatibili con qualsiasi misura favorevole ai ceti popolari.
"Chi dice il contrario deve spiegare come aumentare i salari, frenare il rialzo dei prezzi al consumo, arginare il sistema di istruzione privata, come ridurre l'età pensionabile a 55 e 60 anni quando la via a senso unico indicata dalla UE è volta a meglio servire gli interessi dei grandi monopoli e accrescere lo sfruttamento dei lavoratori. Le soluzioni neoliberiste e antipopolari sono trappole sempre in agguato. L'esempio offerto dal governo Prodi ci insegna come queste soluzioni siano dolorose per la popolazione e come lascino le forze popolari completamente in balia dei manager del sistema politico e borghese. È sempre la stessa musica: dopo Prodi viene Berlusconi e viceversa".
Alla domanda se l'elezione di Tsipras alla presidenza di Synaspismos [SYN, coalizione della sinistra e dei Movimenti e dell'Ecologia, nella "Sinistra Europea" con il PRC] creerà qualche ostacolo al KKE, Papariga ha commentato: "Il ruolo di Synaspismos non cambierà per aver eletto un nuovo leader o aver adottato un linguaggio più di sinistra. Synaspismos non è mai stato affidabile: è un progetto politico buono per tutte le stagioni. Programma e ideologia di questo partito sono di tipo socialdemocratico. In buona sostanza si tratta di un partito simile al PASOK che non riuscirà ad essere migliore del PASOK. Synaspismos, con le sue proposte e le sue oscillazioni, rende impraticabile alle forze popolari il superamento di un sistema politico bipartitico. La tattica di Synaspismos mira a stabilire una cooperazione con PASOK o con settori di PASOK, per poter formare congiuntamente un governo idoneo a contenere le rivendicazioni sociali".
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Un'altra interessante intervista ad Aleka Papariga.

Per una breve storia del KKE, intrecciata con la recente storia greca, si può consultare, ad esempio, il canale youtube di panosfidis. E' particolarmente utile per togliere il velo dagli occhi, sul nostro passato, e sul rapporto fra resistenza e intervento imperialistico angloamericano nella seconda guerra mondiale.

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